Una scoperta casuale
Come numerose scoperte scientifiche, anche questa è stata casuale. Siamo negli anni sessanta, università di Chicago. Un gruppo di ricercatori guidato da Eugene Gendlin, uno dei principali collaboratori di Carl Rogers, dopo anni di studi sul perché in parecchi casi la psicoterapia fallisse, ascoltando le registrazioni di centinaia di ore di sedute arriva a conclusioni sorprendenti, alcune delle quali alquanto imbarazzanti.
Quella più impressionante, che li turbò, come scrive lo stesso Gendlin nel manuale di Focusing, fu il notare che i pazienti con esito tangibilmente positivo erano così facilmente individuabili rispetto agli altri che si sarebbe potuto statisticamente prevedere già delle prime due sedute chi avrebbe tratto beneficio dalla terapia e, per contro, chi sarebbe andato avanti per mesi o anni rischiando di investire tempo e denaro senza ottenere i miglioramenti sperati.
Perché la psicoterapia in tanti casi fallisce?
Dall’analisi dei dati risultava che il buon fine del trattamento non dipendeva dalle varie tecniche adottate dai terapeuti ‘efficaci’, piuttosto, il fattore chiave, risiedeva in quello che facevano certi pazienti. Tali soggetti erano nei colloqui riconoscibili per il caratteristico modo di comunicare: nell’esporre i problemi rallentavano l’eloquio come se dovessero verificare la giustezza delle parole che impiegavano confrontandole con qualcosa che ‘sentivano’ al loro interno, e precisamente con un sentire dotato di significato psicologico (che chiamarono felt sense). Prestando attenzione a questa peculiare sensazione, l’esperienza interiore diveniva più chiara e conduceva verso una maggiore comprensione di sé stessi e dei problemi vissuti, provocando un cambiamento a livello corporeo (body shift) invariabilmente percepito come un piacevole allentamento della tensione fisica, uno sblocco fecondo verso un progressivo ed effettivo benessere.
Studiando accuratamente quelle persone (che chiamarono natural focuser), riuscirono prima a capire in cosa consisteva quel particolare modo di stare in contatto col proprio vissuto, e poi a mettere a punto una procedura che potesse facilitare quel naturale processo interiore (cui diedero il nome di Focusing), una pratica che poteva essere insegnata ai clienti affinché potessero diventare protagonisti del loro processo terapeutico.
Ben oltre i confini della psicoterapia
Nato per mettere un soggetto in grado di beneficiare della psicoterapia, ben presto Gendlin riconosce che il valore del Focusing supera abbondantemente i confini della relazione d’aiuto e che vale la pena investire nella diffusione di questa conoscenza che restituisce alla gente il potere di prendersi cura di sé e di realizzare le proprie potenzialità. Così nel 1978 viene pubblicato il primo manuale di Focusing (tradotto in 17 lingue) e fondato a New York l’International Focusing Institute. Oggi in quaranta paesi ci sono oltre mille professionisti certificati che diffondono questa pratica di consapevolezza, che, come mostra la crescente letteratura internazionale, si sposa con pratiche terapeutiche, pedagogiche, artistiche, filosofiche, spirituali, nonché con le forme d’impegno sociale e politico che promuovono il rispetto, la valorizzazione e l’integrazione delle differenze che irriducibilmente esistono fuori e dentro noi.
Chi è Eugene Gendlin
Eugene T. Gendlin ha insegnato presso l’Università di Chicago dal 1963 al 1995. E’ stato uno dei più importanti collaboratori di Carl Rogers, il quale lo cita spesso a proposito delle sue ricerche sull’empatia. È stato premiato quattro volte dall’American Psychological Association per i suoi contributi allo sviluppo della psicoterapia esperienziale. Nel 2000 ha ricevuto il premio “Distinguished Professional Psychologist of the Year” dalla Philosophical Psychology Division e, insieme a The Focusing Institute, il premio anche dalla Humanistic Division.
Nel 2008 ha ricevuto il premio Viktor Frankl dalla città di Vienna, sua città natale, e dalla Fondazione Famiglia Viktor Frankl. Nel 2010 è stato nuovamente premiato dalla dalla Philosophical Psychology Division col più alto riconoscimento per i contributi teorici e filosofici alla psicologia.
È stato fondatore e redattore per molti anni della rivista Clinical Division Journal, Psychotherapy: Theory, Research and Practice, dell’American Psychological Association, ed è internazionalmente riconosciuto come un importante filosofo e psicologo americano. Ci ha lasciati nel maggio 2017.
Se t’interessa approfondire la storia del Focusing e del suo fondatore, leggi l’articolo di Rosanna Camerlingo, che trovi qui, sul sito italiano di Focusing